La mostra, a cura di Giulia Gueci (pronipote di Pippo Rizzo e storica dell’arte) e Sergio Troisi, con oltre 70 lavori tra dipinti, disegni, oggetti d’arte applicata, elementi d’arredo e documenti, si focalizza – attraverso la straordinaria attività di Pippo Rizzo – sull’esperienza del Movimento futurista in Sicilia, mettendone in evidenza la rete di relazioni, affinità elettive e scambi intellettuali tra Rizzo e gli altri artisti a lui contemporanei come Giovanni Varvaro e Vittorio Corona, ma anche Giacomo Balla e Fortunato Depero.
Asse portante dell’esposizione è la Casa d’Arte Pippo Rizzo che, sul modello di Balla e Depero, divenne a Palermo alla metà degli anni Venti fucina progettuale a 360°: laboratorio di idee e novità, dal quale venne fuori non soltanto un lessico pittorico moderno, ma anche una cospicua produzione di opere d’arte applicata, eterogenee e originali.
La mostra, nata in collaborazione con l’Archivio Pippo Rizzo, ha l’intento di creare un discorso unitario fra opere pittoriche, oggetti, fotografie e documenti per raccontare Rizzo artista, intellettuale e organizzatore culturale, ovvero il suo essere stato punto di riferimento importante per il dibattito culturale locale dell’epoca e significativo ponte di collegamento fra la Sicilia e il resto d’Italia.